domenica 2 febbraio 2014

cosa è il sogno esterno.

sto cercando le parole giuste per iniziare,si ,iniziare.iniziare è un lavoro duro,faticoso e senza gratificazione.Io inizio.Già.iniziavo la mattina con calma,una calma apparente dal placido silenzio di questo condominio che è casa mia.di una sinfonia di suoni urbani,e di melanconiche onomatopee urbane.qui,qui nasce un idea,sono cosa ? si un idea.nessun senso nessuna forma,solo una nuvola di spazi e righe dismesse,un abecedario.un calamaio pieno,e io chiostraio,un po corrotto.io,io,io.......che dicevo ? AH! l'idea.era ora vuota,senza ausilio di sfogo,e a parte le sue ombre e le sue figure,non c'era molto.Abbozzai una linea,ma non andava.Avanzai una strofa,non si stirava.Mi sorpresi di un sonetto,ma è una parola storta,a sbilanciare me e la rima.
l'idea rimane,tace,respira,langue,e si tormenta,neanche nel sonno,ma solo nella tormenta di giorno manifesta il suo volere."voglio uscire".allora presi,e ricominciai a chiostrare la giostra di questo sonno.ma era troppo,ancora non avevo il peso giusto,tutto era sbilanciato,e tutto,a mio malo modo,era angusto.allora presi ad aspettare,aspettai il tempo,e pregai.ma la voce a l'idea di dio,non si manifestò,e ogni tanto la manifestazione di satana,il suo gioco giocò.Io arrivai al peso,ma non arrivò il tempo,e aspettare che arrivasse era per me una noia amara.io aspettai.ma solo col tempo"che non c'era" un'sparviero di poche piume mi disse"tu sei un barlume,ma devi ricordare che il tempo è un confine",le parole dette erano sagge,ma l'uccello ha le ali storpie,e deve arrivare lontano per tornare.Io continuavo a stento.come questo foglio in cui "presento" un aquilone di pensiero,se ma e senza alcuna bora,mai porterà lui,ad un volo vero.decisi allora di chiudere spesso gli occhio,per paura di perdere i sogni,ma loro non arrivavano.un traffico nero e tetro li accompagnava sempre.e io aspettavo.noia arrivò.arrivò col suo modo di fare,con il suo modo di dire,e il suo modo di farti sentire:che la storia è tutta uguale."avevo voglia di finire" dissi.di finire tutto,di finire io,di finire la porta che tenevo di fronte.ma tutto si era incastrato,niente fluiva e le poche gocce,si erano ammassate in un piccolo lago.Preso ad osservare il lago,restai a notare la pozzanghera di un colore di fogna scolorita,sbiadita ed appannata.io non vedevo il centro,e non notavo che sul fondo c'era un piccolo tesoro."fammi uscire fammi uscire" gridava una piccola sfera,che sembrava una stella morta alla deriva nel fango di un odissea."fammi uscire fammi uscire" gridava più forte,come se le sue parole le costassero vita e morte."fammi uscire,fammi uscire":ed allora emise un boato.senza ricordo mi ritrovai disteso,senza le dita,e senza le mani,di li mi sentivo bene,non avevo più peso di possedere,allora la mano che tutto crea torna al suo posto,"fammi uscire fammi uscire,ora so dove posso andare."si,hai ragione,ma c'è ancora tanta strada da fare.

domenica 17 novembre 2013

giovedì 16 maggio 2013

il cambio d'abito.

ci pensavo da un po,era diletto di ogni sera ,passare le mani per i capelli,con le  unghie che mi segnavo piccoli solchi che non vedevo.
Se  scrivessi di me. Se per una volta tanto la mia più grande sega mentale,diventasse reale di qua.
si mi solcava l'idea.era un po tremenda. Almeno per me.
non la amo questa forma.non esiste.non sono contento.non sono......
parole un po vuote.ma erano i pensieri che riguardavano il mio giudizio personale.
un po di noia ne davano il riguardo e il convivo giusto,ero chiusa in una coscienza tutta mia,le mie ragioni,erano raffrontate dalla miseria che mi stava in torno."non ti capisco più ormai" era una condizione ben nota,e cercavo solo di poter uscire fuori da tutto.

potei alzarmi la mattina dopo,solito amaro,solita sveglia due ore dopo di lui,i passi che lasciava dalle 7 in silenzio,erano sempre i soliti.le pantofole davanti al bagno col solito angolo.la camicia da notte lasciata sulla maniglia e sullo stendino,il pigiama vecchio, che teneva da 3 giorni addosso ormai.un mezzo caffe preparato era il suo unico"ciao,ben sveglia ",che anche se non mi piaceva,lo mischiavo col latte.
univo una strana dolcezza con l'amaro e nero della giornata.ieri sembra passato.
ma non so quanto.cercai di ricordare il discorso fatto,col suo sguardo che non c'era,potei riprendere a pensare di me,e delle mie parole.

"sai,io non riesco a capirla questa cosa,questa ostinazione obbligata,questa tua continua risposta schietta e netta al fatto che sono cosi.Mi sembra assurdo che di ogni cosa che io viva,io debba ridirmelo in testa,come un mantra o nostrana preghiera.questo in me non c'è,non lo sento questo obbligo di ripetermi i sogni in testa,di dovermi ridire giorno dopo giorno che devo diventare.ho già dimenticato molto.ho già visto molto,e anche se non vale molto,sono le mie conclusioni.tu,tu credi che per me non sei importante.ma a dire il vero,lo sei.Ma non quelle cose sdolcinate agli anni 80,che oggi ancora ,e ancora ci ripropongono,in ogni solfa possibile.Sei qui.e anche non se non me lo ripeto ora per ora.sei una delle poche cose che mi fa piacere.
non è che non ci tengo.non trovo il motivo di sembrare una che ci tiene ai sogni."

già è vero.i sogni.dio quanto sono stata stupida. il pensiero è sempre quello.ma non è come voglio esprimerlo. è che ho paura.ne ho ancora dopo tanto tempo. non riesco a toglierla di dosso. dopo tutto il tempo insieme,e tutta la storia passata addosso.di entrambi,mi sento ancora io quella che ama meno.
ho sempre creduto che ci volesse impegno nelle cose.ma ora mi sembra un po di svanire,li nelle certezze che ci siamo creati.chi lo sa perché, ad un certo punto tutte quelle vecchie noie tornano a galla,e ti fanno ricredere delle cose chiare che c'erano ieri.
ora vorrei tanto capire.che motivo c'era di far sentire la mia voce vuota,a chi amo,solo per il gusto di fargli smettere di stare nei suoi sogni,e solo perché,vorrei tenerlo accanto,li, in questi posti bui,che mi sono creata da sola a casa.sono le 9:30 e la bambina non si è ancora svegliata.due ore fa sei uscito,e ieri notte ti ho pugnalato con la mia freddezza e confusione,solo per vedere la tua reazione,ma oggi ti sei alzato ancora.e nella mia confusione,cerco il tuo ritorno.sono pazza lo so.ma per quanto  glielo faccia notare,lui si ostina a credere in me.
la bambina inizia a piangere,ora lascio andare i miei pensieri.
su questo foglio ci scrivo ancora un po.poi......
devo andare.



lunedì 6 maggio 2013

Di nuovo qui

mi nutrivo di speranze,un cibo molto sano
alimentano il sonno con buone intenzioni
di ribasso fumavo molto,ma niente tabacco
non avrei sentito il sapore vero
non ti capisco più ormai,che c'è da capire 
è successo già tutto
sei bravo a menare giù le cazzate di sempre
d'altronde aspetti passivo,un tuo attivarti ? 
complimenti accetti da solo ogni tuo pensarti
prego la parcella è quella,e a spiegarti
la direzione è sempre quella,vai avanti
e cadi da solo.

domenica 17 febbraio 2013

il giallo non mi fa dormire.

l'auto era ferma,e ci ritrovavamo a parlare del solito più e del meno.due entità che si passavano tra le mani i sensi concessi fino ad ora,taluno alzava il dito,tremava nel dire cose che l'altro già sapeva. e si sentiva un po a disagio l'altro , a vedere che in fondo sapeva benissimo di cosa parlava, senza più finire nel suo proprio ridicolo e ricercato ricettacolo."allora in teoria hai detto tutto ? non le hai lasciato il passo per dire nulla."
si ritrovava con occhi vitrei e lucidi,ma non era troppo importante il senso delle parole che aveva, non era il suo modo di servire alla cosa."si,l'ho mollata con un sonoro distacco, era un idea malsana, non doveva funzionare, non dovevo studiare troppo la cosa.non dovevo e basta ." si lasciarono al tempo,trenta secondi di nessune parole,spezzati da" si ma era comunque una gran porca,che le avrei fatto "il tipo lo fece in modo giocoso e scherzando gli usci una grossa risata,senza troppo indugio lascio che anche l'altro ridesse della cosa,e gli rispose " già,che gli avrei fatto pure io,mamma mia, ahhhhh." si lasciarono ad una risata,sonora e tutti e due cercavano di stare un po su a vicenda,che tanto la storia è sempre la stessa."sai avevi ragione,non dovevo immaginare,tutto diventa troppo reale a sognarlo troppo spesso.ne stare lontano, ne stare vicino,nulla fa bene,fa solo muovere qualcosa." fece una pausa,ma fu interrotto." te l'ho già detto.se desideri il mondo non cambia,ma cambi tu,non aspettarti che tutto davanti a te ,cambi da quello che è,che ci vuoi fare fratello.siamo dannati a vivere,siamo un po solo idioti,e già se sai questo,sei già a buon punto." . Una risata tra i denti ne usciva fuori " lo so che non ci puoi fare niente" diceva . ma sai .disse " le storie finiscono tutte,e te l'ho detto e l'hai detto tu, ci sono poche storie,e forse hai fatto bene,forse hai fatto male,forse ti troverai coi tuoi ricordi del cazzo a 40 anni con le storie di un amore non avuto e ci scriverai lettere a te stesso,che 20 dopo le getterai su un fuoco per averle lette e scritte.forse ti sveglierai, e capirai che l'essenziale delle cose sta nel non restare fermi,anche solo fare movimenti impercettibili alla vista.può essere di grande aiuto,dobbiamo smettere,di stare qua a farci la pelle liscia dove le croste non smettono di uscire.ci hai provato,hai visto che non andava,hai perso.è cosi.se chiedi di avere contatto.tutti si spaventano. in fondo sono sempre i bambini che sono." giro gli occhi da destra a sinistra formando un angolo piatto con la vista,e rimase tale perché."ancora la stessa storia.lo vuoi capire che non sai tutto ? " un altra risata acuta " e chi ne ha bisogno di sapere tutto.in fondo mi basta sapere che ci sta qualcuno con cui comunicare,almeno comunicare qualcosa,che tanto le storie son sempre le stesse,e l'ho detto già troppe volte,che ho voglia di cambiare pensiero."ci fu uno sguardo esterrefatto e una domanda" ovvero ?" la portiera si apri e si sposto fuori dalla macchina,uscendone per poco tempo, e tornado con una bustina e ombre verdi dentro." stasera non voglio essere me." prese una birra,e l'apri con le chiavi della macchina. prese 2 pacchi di sigarette,e le mise sul cruscotto." l'obbiettivo di stasera ? è farci del male. alla salute" e brindarono.

venerdì 8 febbraio 2013

A 20 anni,con le mani fredde.

19 novembre 1992

ero solo nel cortile,casa mia era un piccolo fasto oramai.io sedevo su una panchina,e mi tenevo in mano questi fogli. è un modo per non dimenticare dico. e cosi mi scrivo il giorno di oggi,mentre fumo una sigaretta e la radio accesa.era freddo fuori,ma non volevo restare dentro.C'era in me il bisogno di uscire da questi giorni,ho perso mio padre da una settimana.e ancora non me ne capacito.sto provando a pensare al futuro.ma non ci riesco.direi che è strano,ma mentirei.non so che sento.sento la testa vuota,chiara e gelata,ma i come ora.....non sento niente. schok emotivo o cosa , non me ne capacito. non mi sembra vero. sembra che nella vita , questa sia una di quelle cadute inevitabili,che puoi solo sperare essere rimandate il più tardi possibile. mi sentivo in quiete. ero sospeso in una quiete placida,nel silenzio della mia famiglia. mia madre è in camera sua , la sento ancora piangere,sento ancora il suo singhiozzo battere nella testa da quel giorno. un incidente non si dimentica,e il suo non è stato niente di che,solo una distrazione. ci siamo,siamo forse al punto che i ricordi in me facciano qualcosa.questi giorni,questi sette giorni,la mia mente ha vissuto come un vuoto.l'ho già ripetuto troppe volte,ma non riesco a non darmi un altro senso.ho stretto mia madre e mia sorella.le ho strette forte per non farle dimenticare del calore che sono per loro.mi hanno preso in disparte e chiesto condoglianze,quasi una in che era morto.mi ha preso lei in disparte,mi ha abbracciato e mi ha baciato , e mi ha detto non disperare.io sono rimasto in silenzio.ero fermo,e non mi muovevo in nessuna direzione.non l'avevo mai fatto.è passata questa settimana . eppure niente. davvero sono cosi ho pensato ? sono tutta questa insensibilità ? sono tutte le stupide cose che mi porto addosso, a far mancare tutte le necessita di  me ,come essere umano ? me lo sto chiedendo ora . perché non mi so rispondere. perché non mi so dare l'idea di chi se ne va, e di chi mi resta vicino. perché le certezze le avevo tutte,e non avevo bisogno di un "fuori". Perché anche negli insuccessi quello sciocco era sempre mio padre. ed era felice quando mi vedeva. Perché ora scrivo, rinfacciandomi di non averlo mai fatto in vita mia,come mi diceva lui.
"attento che i ricordi vanno via , anche se fanno male". mi riedito le sue parole. per non lasciarle andare.
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è stato uno sfogo imbarazzante,ma spero che tu non ce l'abbia con me.avevi ragione tu , lo spirito viene di poco in poco.non sei pronto subito ad averne uno.
ripensare solo ora a questa cosa, su questa vecchia agenda mi fa risentire ancora un po come quella volta.le mani fredde al gelo che tenevano un foglio,a chiedersi perché.
aspettando che tu rispondessi.
ormai sono passati anni,e sulla tua falsariga ho imparato molto.su questo vecchio foglio,vorrei rispondermi allora.

forse era imprevedibile.
ma l'importante almeno.
è che poi uno spirito lo hai trovato.
senza che tu poi ti aspettassi dove.
ti ci sei trovato in mezzo,e ci hai riso su.
cosi come facevi con lui da piccolo.
immaginavi i castelli,dove un tempo c'erano gli scatoloni dei barboni .
e che giocavi con lui,a dare un futuro da sogno a tutti.

che storia pessima che è questa , non ha struttura.
non ne sarebbe affatto contento.
ma magari divertito.



lunedì 4 febbraio 2013

L'altalena della luna

è che come l'acqua,seguivo il mio allunaggio.
lo spostamento di me,che muta la marea.
un cambiamento per non cambiare la scia delle cose.
il desiderio per plasmare il presente.
un penitente che sconta una colpa.
un grazie al cielo,che qualcosa sembra ascoltare.
se dio esiste,è nel mare.
perché come me,muta e si espande a tempi alterni.
sostenuto dal peso della luna.
che sposta il calore.
per poterlo riacquistare.